LSOA Ex Palestra al presidio dei lavoratori della Sacal

Nessun commento

Alla Sacal la partecipazione sindacale è un optional

Esprimiamo piena solidarietà a tutti i lavoratori e le lavoratrici della Sacal iscritti al sindacato di base USB che da diversi giorni si vedono negare la partecipazione alle trattative sindacali solo per il fatto di non aver sottoscritto il CCNL di categoria.
Ci sembra assurdo che si vedano negati ai lavoratori i più elementari diritti sindacali e non venga riconosciuto il diritto alla partecipazione nonostante la stessa Commissione Nazionale di Garanzia si sia espressa chiaramente a favore dei lavoratori e delle lavoratrici iscritti all’USB.
I danni che ha provocato l’ubriacatura neoliberista sui servizi pubblici sono sotto gli occhi di tutti e crediamo che una società interamente pubblica possa garantire ai lavoratori ed alle lavoratrici tutte le garanzie sindacali per la difesa e la tutela del proprio posto di lavoro che oggi sono palesemente negate.
L’arroganza padronale mostrata in questi anni dalla Sacal dimostra ancora una volta come l’obiettivo principale sia quello del profitto a discapito degli interessi collettivi e dei lavoratori.
La vertenza Sacal si inserisce in un quadro di lotte locali più generale (Foderaro, Euroservices, Lameskin, Depurazione, Lamezia Multiservizi, Scuola, ecc…) dove il malessere dei lavoratori ha lo stesso comune denominatore: il profitto e l’incapacità dei sindacati confederali di contrastarlo a tutela dei lavoratori stessi.
Per resistere all’attacco padronale, occorre che i lavoratori facciano sentire la propria voce in maniera unitaria, cercando alleanze con quei settori lavorativi che oggi subiscono analoghi attacchi, rispedendo al mittente tutte le politiche padronali e governative che vogliono imporre condizioni di lavoro e salariali sempre peggiori e che condannano alla disoccupazione e alla precarietà milioni di giovani e non.
In conclusione, un passaggio più in generale sulle condizioni dei trasporti pubblici locali e nazionali ci sembra d’obbligo. Mentre si continuano a spendere miliardi di euro per mega opere come la TAV ed il Ponte sullo Stretto, si tagliano linearmente i fondi da destinare ai trasporti locali. Questi tagli sono quasi sempre concentrati in zone economicamente depresse ed isolate come il Mezzogiorno d’Italia.
Il Laboratorio Sociale Occupato Autogestito Ex Palestra si schiererà e sosterrà sempre le lotte sociali in difesa del lavoro e del territorio e per tanto invitiamo tutti i lavoratori della Sacal, gli studenti e i cittadini lametini a sostenere lo sciopero indetto dai lavoratori USB previsto per giorno 7 febbraio dalle ore 11:30 alle ore 15:30.

L.S.O.A. Ex Palestra

Nessun commento

Basta centrali!!!

Nessun commento

Solidarietà e complicità con i 14 attivisti dei movimenti dell’area jonica

Esprimiamo la nostra solidarietà e complicità con i 14 militanti dei movimenti dell’area jonica denunciati per la manifestazione nella stazione di Rossano del 15 settembre per protestare contro la soppressione dei treni sulla propria tratta.
Si ripresenta l’ormai collaudata dinamica secondo la quale in Calabria, terra di ‘ndrangheta e di intrallazzi, chi lotta per il proprio territorio deve fare i conti con intimidazioni che a volta assumono la forma classica della minaccia, altre volte quella “legale” della denuncia.
Saremo sempre al fianco dei movimenti che subiscono la repressione per aver difeso, senza secondi fini, la propria terra.

L.S.O.A. Ex Palestra – Comitato Lametino Acqua Pubblica

Nessun commento

Report primo ciclo di incontri di autoformazione

Segue il report del primo ciclo di incontri di autoformazione su crisi, migranti e ambiente, tenuti al L.S.O.A. Ex Palestra il 22 dicembre, il 29 dicembre e il 3 gennaio.

1. CRISI TRA MONDO DELLA FORMAZIONE E PRECARIATO
Sabato 22 dicembre 2012 presso il L.S.O.A. Ex Palestra si è tenuto il primo incontro di autoformazione con tema “Crisi tra mondo della formazione e precariato”. L’analisi preliminare ha preso necessariamente spunto dalla crisi globale e dalle cause che l’hanno provocata.
Necessariamente, vista la complessità dell’argomento ed il poco tempo a disposizione, si ragionerà per schemi semplificati cercando però di smontare il paradigma di una crisi che vuole una parte “buona” del capitale (produzione reale) contro un’altra cattiva (finanza) e dimostrando che il settore finanziario e della produzione reale sono due facce dello stesso sistema di accumulazione.

Prosegui la lettura »

Nessun commento

30 gennaio: presentazione del libro “A sarà dura” e dibattito con attivisti No Tav

“A sarà dura. Storie di vita e di militanza No Tav” a cura del Centro Sociale Askatasuna di Torino.
Presentazione del libro e dibattito con attivisti No Tav.
Mercoledì 30 gennaio 2013 ore 18.00 presso “A Ruga”, Piazza San Giovanni, Lamezia Terme.

Da oltre un decennio, pressoché l’intera comunità della Val di Susa è mobilitata per impedire la costruzione di una linea ferroviaria ad alta velocità. In contrapposizione a media, partiti politici, forze dell’ordine e magistratura, un grande movimento di massa non cessa di crescere e, iniziativa dopo iniziativa, consolida la consapevolezza di poter vincere.
I militanti e le militanti del Centro sociale Askatasuna – insieme ad Alberto Perino, Lele Rizzo, Giorgio Rossetto, Nicoletta Dosio, Mario Cavarnia e molti altri protagonisti della lotta no tav – raccontano le ragioni di un movimento che ha saputo costruire una diversa cooperazione sociale, produrre un’altra scienza, un sapere alternativo, una coscienza capace di tradursi in resistenza di massa.
Oggi, il movimento No Tav interpella il senso di alcune parole della politica, declinandole con nuovi significati: cos’è un’«istituzione», quando essa assume il volto della repressione di un’intera comunità? Cos’è la «democrazia», quando il parere del «maggior numero» viene del tutto ignorato? Cos’è lo «sviluppo», quando l’infrastruttura proposta è mera speculazione? Cosa sono le «risorse», quando il Tav appare come un gigantesco e insensato consumo di risorse naturali?
Per le popolazioni della valle di Susa nel conflitto no tav è anzitutto in gioco un diverso modello di società, di economia e di politica. Un modello che già vive dentro le forme di una soggettività radicale e massificata che diventa punto di riferimento e proposta di metodo per un nuovo agire sociale e politico.

Nessun commento

No Biomassa in Sila: appuntamenti di lotta

Sabato 19 ore 18:00 – Flash mob a Catanzaro, Corso Mazzini.
Giovedì 24 ore 9:30 – Presidio davanti al TAR di Catanzaro in occasione del ricorso contro la centrale.
Sosteniamo il Movimento NO BIOMASSA IN SILA!

Nessun commento

Nasce la Rete Ambientalista dei Due Mari

Giovedì 3 gennaio al L.S.O.A. Ex Palestra si è tenuta la seconda assemblea dei movimenti ambientalisti della provincia di Catanzaro.
L’incontro ha affrontato i vari aspetti dell’emergenza ambientale che la Regione sta vivendo, analizzando le singole realtà territoriali della provincia ed individuando gravi responsabilità dell’ufficio del commissario all’emergenza ambientale, dei Comuni e di tutti gli enti preposti alla gestione e alla salvaguardia dei territori.
Molteplici le problematiche individuate.

Ampliamento della discarica di Pianopoli
Nel 2001 è stata presentata la richiesta alla regione, la quale ha autorizzato nel marzo del 2004 la realizzazione di un impianto di smaltimento di rifiuti speciali affidato alla Ecoinerti S.r.l., società di Vercelli con capitale sociale di 15.600 euro.
Nel 2005, dopo aver ottenuto l’autorizzazione, i soci della Ecoinerti srl hanno venduto le proprie quote alla Ile S.r.l., società controllata dalla Daneco (che gestisce già a Lamezia Terme un impianto di compostaggio dei rifiuti solidi urbani), facente parte del Gruppo Unendo, colosso del ciclo di smaltimento dei rifiuti (urbani, speciali e pericolosi) in Italia. In pratica chi gestisce la discariche e chi vi conferisce i rifiuti sono riconducibili allo stesso gruppo. Quali garanzie quindi?
Non dimentichiamo poi le vicende giudiziarie che hanno interessato la discarica, a partire dal sequestro ad opera del Corpo Forestale dello Stato nel 2005 e il processo ancora in corso; le vicende giudiziarie che vedono coinvolti amministratori e progettisti accusati tra, tra i vari reati, di aver falsamente rappresentato la reale condizione del sito, in modo da renderlo compatibile con la destinazione a discarica.
Ricordiamo che il sito che ospita la discarica risulta zona sismica di prima categoria con vincolo idrogeologico, si tratta di un suolo di natura sabbiosa con falde acquifere rilevate ad una profondità inferiore ai 20 metri, distante circa 300 metri dal torrente Grotta (affluente del fiume Amato) ed adiacente un giovane uliveto biologico nel cui terreno vi è la presenza di un pozzo per l’irrigazione.
Il conferimento di rifiuti campani a ottobre del 2010 ha portato nuovamente l’attenzione sul problema rappresentato da questa discarica.
Per questi motivi si è deciso di intervenire attraverso una serie di assemblee pubbliche e di volantinaggi informativi fino alla grande manifestazione del 14 novembre 2010. Un nuovo sequestro è avvenuto a novembre del 2010 dopo la manifestazione e le segnalazioni dei comitati locali.
A questo si aggiungono i diversi sequestri di camion per il trasposto di materiale risultato radioattivo.
Attualmente il sito è utilizzata come discarica di rifiuti solidi urbani e si sta riempiendo ad un ritmo vertiginoso. Per questo la Daneco ha ottenuto di poterla ampliare per una capienza di oltre 800mila mc come previsto dall’autorizzazione rilasciata il 23 agosto 2011.

Ampliamento della discarica di Lamezia Terme
Situata in località Stretto, la discarica è composta da due vasche ormai sature. Il Comune di Lamezia, dopo un primo annuncio di ampliamento nel 2009, sembrava aver accantonata l’idea della terza vasca, riapparsa di recente nel piano triennale delle opere pubbliche. Il tempo ed i soldi necessari per realizzarla potrebbero essere utilizzati per potenziare la raccolta differenziata ed avviare da subito un serio piano comunale dei rifiuti che, se pur non obbligatorio per legge, può divenire uno strumento indispensabile per una città come Lamezia Terme che, dietro la lucrosa gestione dei rifiuti, ha visto cadere due operai, vittime innocenti delle faide di ‘ndrangheta.

Sito di stoccaggio di Lamezia Terme
È di pochi giorni fa l’ordinanza con la quale il sindaco di Lamezia consente, per un periodo limitato di massimo sei mesi, alla Lamezia Multiservizi di utilizzare come sito di stoccaggio provvisorio per i rifiuti un terreno – classificato inquinato e per questo motivo rientrante in quei siti oggetto di bonifica e di relativo finanziamento regionale – adiacente all’ex discarica vicino al fiume Bagni, opera che verrà realizzata con un investimento da parte del comune di 80.000 euro e 15 giorni di lavoro.

Centrali a Biomasse di Panettieri, Sorbo San Basile, Lamezia Terme
Mentre sembra ormai scongiurata l’ipotesi di una centrale a biomasse a Panettieri, ne è prevista la costruzione di un’altra in Sila, nel comune di Sorbo San Basile, a poche centinaia di metri dal lago Passante, dal Parco Nazionale e dal fiume Melito. Nel 2008, l’Amministrazione Comunale di Sorbo San Basile ha firmato una convenzione con la società “Anz Power s.r.l.” per la realizzazione di una centrale a biomasse solida della potenza di 4,236mw. Questo all’insaputa dei cittadini. Quest’impianto dovrebbe bruciare 40.000 tonnellate l’anno di cippato di legno vergine, reperito in zona e circa 6000 metri cubi d’acqua. Produrrebbe ogni anno 1500 tonnellate di ceneri, considerati rifiuti speciali per la produzione di energia elettrica, ma anche CO2, polveri sottili, diossine, furani e altri prodotti come nitrati, acido cloridrico e metalli pesanti. Lo scorso 13 dicembre i legali del Comitato No alla centrale a biomasse di Sorbo San Basile hanno depositato ricorso al TAR e Giorno 24 gennaio 2013, presso il tribunale amministrativo di Catanzaro si terrà la prima udienza.270020_1765945587898_2820564_n
È di marzo 2011 l’annuncio di un nuovo programma di sviluppo che concordato tra la Lameziaeuropa, la Regione ed il Governo per la realizzazione di tre nuove centrali energetiche nell’area dell’ex Sir di Lamezia: due a biomasse (gas e liquide) ed una fotovoltaica proposte dalla TOZZI SPA, una holding con sede a Ravenna.
Nonostante la Calabria abbia una eccedenza produttiva in termini energetici, si persevera con la realizzazioni di impianti come quello a biomasse a forte impatto ambientale soprattutto in un’area a forte prevalenza agricola e turistica e comunque già devastata dagli scarichi abusivi di molte realtà aziendali locali e da un depuratore che per diversi anni ha sversato fogna direttamente a mare.
Nonostante la nostra richiesta di accesso agli atti relativi agli impianti a biomasse nell’area ex Sir, dall’Amministrazione comunale di Lamezia non è giunta alcuna risposta.
Un’ulteriore centrale a biomasse è stata ipotizzata, infine nel territorio del comune di Bianchi (Cs) dove si è già formato un comitato spontaneo di cittadini contrari alla centrale.

Centrale a Turbogas di Pianopoli, parchi eolici ed elettrodotto Laino-Feroleto-Rizziconi
Il comune di Pianopoli (CZ) ha approvato la costruzione di una Centrale Termoelettrica a ciclo combinato comunemente detta Turbogas a favore della società EDISON con conseguente approvazione impatto ambientale da parte della Regione (commissario per l’emergenza ambientale) e del ministero competente prot. n. 384 del 20 giugno 2003. Il progetto consisteva in una centrale con una potenza di 770 MWe. L’EDISON però ha chiesto una variazione del progetto proponendo un potenziamento della stessa portando la potenza prodotta a 817 MWe. Nel vicino comune di Maida è già attivo un gruppo di compagni che sta portando avanti la battaglia contro questa ennesima opera inutile e dannosa per il territorio e la salute dei cittadini.
Per questi motivi il 5 novembre 2011 si è tenuta proprio a Maida una prima assemblea delle realtà ambientaliste della provincia di Catanzaro.
Sempre nella zona, precisamente nel comune di Feroleto Antico, c’è una stazione elettrica collegata all’elettrodotto Laino-Feroleto-Rizziconi, impianto a 380kw autorizzato con decreto ministeriale nel 2002 ed energizzato Il 31 ottobre del 2005 che serve a trasportare l’energia elettrica prodotta in Calabria verso il nord Italia.
La Calabria, infatti, è in surplus energetico, ovvero si produce più energia di quanta effettivamente ne serve. Questo grazie alla costruzione di impianti inutili spesso in odor di ndrangheta come i parchi eolici e le diverse centrali a biomasse o a turbogas sparse su tutta la regione.

Privatizzazione della Lamezia Multiservizi S.p.A.
Conclusa la campagna referendaria, il Comitato Lametino Acqua Pubblica ha continuato a portare avanti una battaglia contro la privatizzazione della Lamezia Multiservizi S.p.A. che gestisce tutti i servizi pubblici locali (servizio idrico, trasporto urbano, scuolabus, verde pubblico, manutenzione e pulizia delle strade, servizi cimiteriali, canile, illuminazione pubblica, raccolta rifiuti solidi urbani, discarica comunale) affinché l’azienda possa essere trasformata in un’azienda speciale di diritto pubblico.

Inquinamento marino e depurazione
Diverse sono le criticità esistenti, ormai da un decennio, sulla depurazione a Lamezia e più in generale su tutto il settore depurativo calabrese.
Gli anni del commissariamento per l’emergenza depurazione e gli oltre 500 milioni di euro spesi inutilmente per la realizzazione di nuovi impianti di depurazione, hanno segnato l’ennesimo fallimento della politica ambientale della nostra regione.

Le realtà ed i cittadini presenti all’assemblea hanno quindi dato vita alla “Rete Ambientalista dei Due Mari” un coordinamento provinciale dei movimenti in difesa dell’ambiente e del territorio ed invitano tutte le altre realtà autorganizzate ed i movimenti ambientalisti della zona a partecipare a questo nuovo progetto, avviando così un percorso comune di lotta dal basso, attraverso iniziative mirate a sensibilizzare la popolazione ed azioni, anche forti, finalizzate alla difesa dei propri territori sulla base della seguente piattaforma:
– No agli ampliamenti delle discariche di Alli, Lamezia Terme e Pianopoli ed alla creazione di nuovi impianti o di inceneritori;
– No alla realizzazione di centrali a biomasse, turbogas o carbone;
– No alla realizzazione di nuovi parchi eolici;
– No alla privatizzazione della Lamezia Multiservizi S.p.A.;
– Chiusura dell’ufficio del commissario all’emergenza ambientale;
– Estromissione dei privati dal ciclo dei rifiuti;
– Adozione della strategia rifiuti zero in tutti i comuni della provincia;
– Potenziamento della rete depurativa;
– Potenziamento dei trasporti pubblici.

Proprio in quest’ottica, la Rete fa propria la battaglia contro la centrale a biomasse a Sorbo San Basile e, in occasione della prima udienza relativa al ricorso contro questo impianto, lancia un presidio davanti al TAR di Catanzaro per giovedì 24 gennaio alle ore 9.30.

Rete Ambientalista dei Due Mari
(Comitato Lametino Acqua Pubblica – Comitato Lamezia Rifiuti Zero – Comitato No alla Centrale a Biomasse di Sorbo San Basile – L.S.O.A. Ex Palestra)

,

Nessun commento

No al sito di stoccaggio!

Apprendiamo dalla stampa dell’ordinanza con la quale il sindaco di Lamezia consente, per un periodo limitato di massimo sei mesi, alla Lamezia Multiservizi di utilizzare come sito di stoccaggio provvisorio per i rifiuti un terreno adiacente all’ex discarica vicino al fiume Bagni, un sito che verrà realizzato con un investimento da parte del comune di 80.000 euro e 15 giorni di lavoro.
Riteniamo la soluzione assolutamente scellerata e fuori luogo per motivi dovuti alla posizione del sito (un terreno nei pressi del fiume Bagni classificato inquinato e per questo motivo rientrante in quei siti oggetto di bonifica e di relativo finanziamento regionale) e alla scelta operata da questa amministrazione che, al posto di pensare a soluzioni che possano durare nel tempo, continua a lavorare nell’ottica del superamento della singola emergenza facendo pesare queste scelte, ancora una volta, sulla salute dei cittadini.
Non smetteremo mai di ripetere che la soluzione al problema esiste, la strategia rifiuti zero, ed è anche realizzabile, basta solo volerlo.
Chiamiamo quindi i Lametini alla mobilitazione invitandoli a partecipare all’assemblea che si terrà giovedì 3 gennaio alle 18 presso il Laboratorio Sociale Occupato Autogestito Ex Palestra.

L.S.O.A. Ex Palestra

Nessun commento

Lamezia: tra emergenza ambientale e lavoratori in lotta

Brevi considerazioni sull’emergenza ambientale e sulle lotte che hanno attraversato Lamezia in questo fine 2012.

Cassonetti stracolmi e cumuli di rifiuti a bordo strada, lavoratori in lotta e le immancabili bombe della ‘ndrangheta stanno movimentando questi ultimi giorni del 2012.
Mentre la discussione politica è stata animata dall’approvazione del PSC che, come ampiamente detto in passato, consegnerà la città in mano al partito del cemento e del malaffare, le strade di Lamezia sono invase da cumuli di rifiuti, dovuti allo stop della raccolta causata dalla chiusura della discarica di Pianopoli prima e allo sciopero dei lavoratori della Daneco dopo.
Ambiente e lavoro, due temi che si incontrano spesso. Com’è successo con gli operai del depuratore costretti il 6 dicembre scorso a protestare ancora una volta per ottenere il pagamento di due mensilità arretrate e della tredicesima.
Stessa situazione che ha visto le lavoratrici della Euroservices, addette alla pulizia degli ospedali di Lamezia Terme e Soveria Mannelli, presidiare per tre giorni consecutivi gli uffici dell’amministrazione ospedaliera. In questo caso la determinazione delle lavoratrici ha consentito loro di ottenere dal dirigente dell’ASP l’impegno ad erogare, in due tranche, i fondi per gli stipendi arretrati.
Esempio di lotta da prendere a modello è sicuramente quella degli autisti della Foderaro contro i licenziamenti che riguarderanno 8 lavoratori dell’azienda di autolinee. Settimane di sciopero selvaggio con presidi, volantinaggi e ben due precettazioni da parte del prefetto, sono culminate con i picchetti ai cancelli dell’azienda ed il blocco degli autobus nel giorno in cui sarebbero dovute ripartire le corse. Blocco che è stato rimosso solo dall’intervento delle forze dell’ordine con momenti di tensione e autobus scortati fuori dalla città. A questi lavoratori e alle loro famiglie va tutta la nostra solidarietà e complicità.
Se da una parte una buona fetta della popolazione, probabilmente troppo impegnata nello shopping natalizio, sembra completamente disinteressata da quanto sta accadendo in città, dall’altra si avverte una rabbia crescente verso un sistema che ne aggredisce continuamente gli strati più deboli.
La sfida di questo 2013 sarà proprio quella di riuscire a convogliare questo disagio sociale e questa rabbia contro la violenza che il capitale ci impone, facendo fronte comune con gli altri lavoratori, i disoccupati, i precari, gli studenti e tutti i soggetti che la crisi, in una città del Sud dai mille problemi, la subiscono quotidianamente.
Solo la lotta paga!

L.S.O.A. Ex Palestra

Segue il volantino distributo dai lavoratori durante i presidi

,

Nessun commento